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Automedicazione, Assosalute: «Gestione più territoriale e autonoma dei piccoli disturbi»

Nel corso dell’evento “La sanità che vorrei: il valore dell’automedicazione responsabile”, organizzato il 19 luglio 2021 da Assosalute-Federchimica, l’Associazione nazionale farmaci di automedicazione, in collaborazione con Fortune Italia, si è aperto un confronto tra rappresentanti istituzionali, associazioni di medici, farmacisti e cittadini. Focus del dibattito è stata l’analisi dei trend emersi da uno studio del Censis sui nuovi comportamenti in tema di salute e la visione dei cittadini sulla sanità del futuro. L’insieme dei cambiamenti portati dalla pandemia sia nell’approccio dei pazienti alle problematiche di salute sia in tutta l’organizzazione del Sistema sanitario nazionale, ha fatto nascere nuove prospettive e aspettative. «I cittadini chiedono una gestione sempre più territoriale e autonoma dei piccoli disturbi – ha spiegato Salvatore Butti, presidente di Assosalute -. Sono due gli aspetti su cui la nostra Associazione vuole concentrarsi: supportare la collaborazione tra i medici di medicina generale e i farmacisti affinché “intercettino” questa domanda di salute dei cittadini e la supportino nel rispetto delle specifiche professionalità, promuovere e sviluppare azioni di informazione e di educazione al cittadino sui temi della salute affinché possano contribuire alla crescita della cultura sanitaria del nostro Paese e alla sostenibilità del nostro Sistema sanitario».

Censis: aumenta la richiesta di prossimità e accesso più semplice alle cure.

Come emerge dai dati raccolti nell’indagine del Censis, i desideri e le necessità più evidenti in ambito sanitario riguardano, secondo i cittadini, la semplificazione generale dell’accesso alle cure, che i pazienti vorrebbero più vicine a loro, più fruibili e più digitali. L’89,6% dei cittadini coinvolti nello studio del Censis ha dichiarato di desiderare strutture sanitarie di prossimità riconoscibili e di facile accesso per le cure primarie, l’83,5% vorrebbe un potenziamento delle farmacie come centri servizi, mentre il 73,1% chiede una sanità più al passo con i tempi, digitale, e che sfrutta le potenzialità della telemedicina. Interrogato su come utilizzare al meglio i fondi del Piano nazionale di resistenza e resilienza, il panel ha risposto che li investirebbe nel potenziamento degli ospedali, nell’aumento di personale sanitario, nella ricerca scientifica, nel potenziamento della sanità territoriale e nell’ammodernamento di macchinari e tecnologie per diagnosi e cure.

Il ruolo dell’automedicazione, adottata da oltre il 65% dei pazienti.

La pandemia ha aumentato il ricorso all’automedicazione che, secondo i dati del Censis, è stata scelta dall’inizio dell’emergenza sanitaria, dal 65,4% degli Italiani. Di questi pazienti, il 77,8% era giovane, il 72,8% laureato e il 71,6% occupato. Come evidenziano i numeri, però, l’uso del self-care è stato fatto nel 77,4% dei casi con il parere del medico o del farmacista e per il 76,1% dei pazienti si è dimostrata una soluzione decisiva, che ha permesso la ripresa di attività a cui avrebbe dovuto rinunciare. «Da oltre 50 anni Assosalute promuove progetti per valorizzare l’automedicazione responsabile e l’empowerment del cittadino – ha dichiarato Salvatore Butti – con l’obiettivo di contribuire alla crescita della cultura sanitaria del nostro Paese e alla sostenibilità del nostro Sistema sanitario. La pandemia ha accelerato alcuni processi e messo sotto gli occhi di tutti, cittadini, professionisti del settore e istituzioni, la necessità di far fronte alla domanda di salute crescente, che non sempre riesce a essere corrisposta dalle risorse non illimitate del nostro Sistema sanitario».