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Carenza Cannabis terapeutica, interrogazione al ministro della Salute

Il 20 luglio 2021 è stata presentata al senato un’interrogazione al ministro della Salute in materia di carenza sul territorio nazionale di Cannabis terapeutica. Il testo, che ha avuto come primo firmatario Fabio Di Micco, senatore del gruppo misto, ha chiesto al titolare del dicastero «se non si intenda rivedere i quantitativi massimi circolanti al di là di singoli interventi dei farmacisti e se si non intenda monitorare l’effettiva quantità prodotta nonché autorizzare un aumento, corrispondente al reale fabbisogno, della quantità di cannabis che può essere prodotta dallo stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze, considerato anche il costante aumento di pazienti cronici che hanno necessità di ricorrere alle cure non convenzionali».

Un ulteriore quesito posto all’indirizzo del dicastero chiede di chiarire «se il Ministro non ritenga opportuno intervenire – si legge nel testo – per semplificare l’importazione di cannabinoidi per sopperire alle necessità di migliaia di malati, per promuovere la formazione e informazione degli operatori e, infine, per includere i cannabinoidi terapeutici nei livelli essenziali di assistenza al fine di renderli rimborsabili in modo uniforme in tutta Italia».

Alla luce di tali carenze che riguardano l’approvvigionamento di Cannabis terapeutica, i parlamentari hanno ricordato che «il fabbisogno italiano di cannabis terapeutica per l’anno in corso (insieme a San Marino e Città del Vaticano) previsto dall’INCB (International narcotics control board), ente che vigila sulle convenzioni internazionali sugli stupefacenti, era di 3 tonnellate, in aumento del 50 per cento sull’anno precedente, oltre il doppio di quanto previsto nel 2018». Nello stesso documento si legge che «le stime però dicono che probabilmente a fine anno si farà fatica a raggiungere i 1.000 chili di cannabis dispensata effettivamente. Già a marzo 2021 erano 16 le regioni che riscontravano forti problemi di approvvigionamento, come documentato dagli stessi pazienti sul sito “monitorcannabis”».

Nella stessa occasione i parlamentari hanno evidenziato che «pur avendo avuto finanziamenti e autorizzazioni per arrivare a produrre fino a 500 chilogrammi all’anno, la produzione dello stabilimento di Firenze è “al palo”. I dati ufficiali dal sito del Ministero della salute sono sconfortanti: nel 2017 avrebbe prodotto e distribuito circa 60 chili, nel 2017 e 2018 in media circa 150. Ma nella quantità distribuita c’è anche la cannabis importata con il bando straordinario del 2019, vinto dalla società canadese “Aurora”; quindi l’effettiva produzione nazionale si fermerebbe a soli 60 chili nel 2018 e 140 nel 2019: nemmeno il 5 per cento del fabbisogno teorico del 2021».