Diabete di tipo 2, il ruolo del farmacista nella consulenza al paziente

Come è noto l’ipoglicemia è uno degli effetti avversi più gravi del trattamento del diabete. Gli anziani sono a maggior rischio di sviluppare ipoglicemia. Diversi studi, effettuati nel corso degli anni, hanno stabilito l’importante ruolo positivo degli interventi educativi sul raggiungimento del controllo glicemico e di altri risultati clinici. Tuttavia c’è ancora una carenza negli studi che valutano l’impatto di questo tipo di interventi sul rischio di ipoglicemia nei pazienti anziani con diabete di tipo 2. Il lavoro di ricerca portato a termine da diversi studiosi dell’Università di Lincoln e dell’Ospedale Universitario “Abullah”, in Giordania, ha lo scopo di valutare l’efficacia della consulenza ai pazienti guidata dal farmacista sulla riduzione degli attacchi ipoglicemici negli anziani con diabete mellito di tipo 2.

Ciò attraverso l’intervento dei farmacisti di diverse cliniche ambulatoriali del più grande ospedale di riferimento nel nord della Giordania. I partecipanti che sono anziani (età ≥ 65 anni), con diagnosi di diabete mellito di tipo 2 e che assumono insulina, sulfonilurea o tre farmaci antidiabetici qualsiasi saranno assegnati in modo casuale ai gruppi di intervento e di controllo. I partecipanti allo studio denominato “SUGAR Handshake” avranno una sessione di consulenza interattiva, personalizzata e incentrata sui farmaci rafforzata con un pittogramma e una telefonata alla sesta settimana di iscrizione. La misura di esito primario è la frequenza degli eventi ipoglicemici totali entro 12 settimane dal follow-up. Gli esiti secondari includono la frequenza di eventi ipoglicemici asintomatici, sintomatici e gravi, l’incidenza di ipoglicemia e il tempo al primo attacco ipoglicemico. I risultati del protocollo, denominato “Pharmacist-Led Study in Controlling Hypoglycemia in Older Adults With Type 2 Diabetes Mellitus (ROSE-ADAM)”, saranno pubblicati nel corso dei futuri congressi internazionali.