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Farmacia dei servizi, nel Regno Unito troppa poca collaborazione con i medici

I servizi offerti dalle farmacie territoriali rappresentano un sostegno per la cittadinanza o qualcosa di ancora incompiuto? A domandarselo è il Centre for Pharmacy Workforce Studies della facoltà di Biologia, Medicina e Salute dell’università di Manchester, che ha pubblicato uno studio nel quale fornisce una panoramica del pensiero, sul tema, dei farmacisti e dei medici di medicina generale. L’analisi, intitolata “Solidarity or dissonance? A systematic review of pharmacist and GP views on community pharmacy services in the UK”, si concentra sulla situazione del Regno Unito. «Nell’ultimo decennio si è registrata una particolare enfasi politica sul tema dell’ottimizzazione delle cure per i pazienti e sulla riduzione del carico di lavoro per i medici di medicina generale. Ciò estendendo i servizi ai quali è possibile accedere in farmacia, presupponendo una collaborazione tra farmacisti e medici», premettono gli autori. Questi ultimi hanno così effettuato una review degli studi pubblicati tra il 2005 e il 2017, che includano opinioni delle due categorie professionali sul tema. Per farlo, sono stati utilizzati i database di paper scientifici EMBASE, PubMed, Scopus, Web of Science, International Pharmaceutical Abstracts (IPA), PsycINFO, Science Direct e il Cumulative Index to Nursing and Allied Health Literature (CINAHL).
Grazie a tale ricerca, è stato possibile individuare un totale di 60 studi utili, che contengono interviste, questionari o focus group nei quali farmacisti e medici hanno espresso i propri punti di vista. In generale, le conclusioni indicano che da parte sia degli uni che degli altri vengono percepite «barriere che impediscono un’implementazione di successo dei servizi erogati dalle farmacie». Soprattutto, «la collaborazione tra le due categorie rimane scarsa, nonostante l’introduzione degli stessi servizi». Eppure, proprio questo dialogo, secondo gli autori dello studio, rappresenta un elemento essenziale al fine di «raggiungere un maggiore grado di integrazione nel percorso di cure del paziente».