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L’azienda Guacci: «Situazione dei carenti sta diventando insostenibile»

Costi energetici in aumento, ma anche ritardi logistici nella consegna degli ordini, prezzi delle materie prime fuori controllo e difficoltà nel reperire plastica e alluminio per i blister dei medicinali. È questo il quadro che in queste settimane sta caratterizzando negativamente differenti aspetti della filiera distributiva del farmaco, dalla produzione fino a ripercuotersi al banco della farmacia. A fornire una visione della problematica è Crescenzo Cinquegrana, dirigente della Guacci Spa, azienda di distribuzione intermedia operante in Campania, Lazio, Puglia e regioni limitrofe. Secondo Cinquegrana «la situazione dei prodotti carenti sta diventando insostenibile. Oltre ai “classici” mancanti stiamo andando in rottura di stock su un gran numero di prodotti. Per un mix di cause, tra cui anche i forti rallentamenti nel trasporto e nelle consegne dei prodotti ordinati, stanno mancando prodotti importanti come antiasmatici, antipertensivi, neurolettici e perfino antiepilettici. I nostri ordini che normalmente ricevevamo in 5 giorni attualmente restano inevasi fino a 3 o 4 settimane causando, di conseguenza, carenza per gli utenti che si recano in farmacia».

Il cambio delle dinamiche di approvvigionamento

Entrando più a fondo della problematica, Cinquegrana rileva che si sta poi verificando l’accorpamento di più ordini inevasi in un’unica consegna, probabilmente per l’ottimizzazione dei costi da parte dei trasportatori, ma determinando intanto la carenza dei prodotti lungo la filiera. Questa condizione «provoca ulteriori ritardi a livello generale, ma più nello specifico incide negativamente sulle dinamiche di approvvigionamento della distribuzione intermedia. Se si accorpano le consegne, saltandole, rimandando alla successiva, il distributore va in rottura di stock». Tale problematica non è specifica dei prodotti cosiddetti contingentati ma più in generale riguarda prodotti di uso comune che le farmacie necessitano quotidianamente e su cui il distributore intermedio eroga il proprio servizio capillare».

L’allarme lanciato lo scorso luglio

È utile ricordare che già lo scorso luglio i distributori intermedi avevano lanciato l’allarme per quanto attiene l’incremento dei costi energetici e logistici. Le sigle avevano acceso i riflettori sulla problematica secondo cui «i rincari dei costi di energia e carburanti, la cronica sotto-remunerazione delle attività svolte unite da ultimo alle difficoltà di approvvigionamento rischiano di incrinare il servizio di distribuzione dei medicinali alle farmacie. Con disagi e disservizi facilmente immaginabili per i pazienti e le categorie più fragili della popolazione». Ciò denunciando anche la dinamica secondo cui, all’epoca dell’allarme, era «più complesso ottenere risposte tempestive dalla politica alle istanze richiamate dal settore ormai da lungo tempo».