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Spasmi muscolari e farmaci miorilassanti, quali possibilità terapeutiche?

Sono diverse le patologie i cui sintomi includono un aumento del tono della muscolatura striata o volontaria, causa di dolore intenso e disabilità. La spasticità può avere origine da lesioni cerebrali provocate al momento del parto o da malattie vascolari cerebrali. La paralisi progressiva dei muscoli può essere la conseguenza di malattie che colpiscono il midollo spinale e neurodegenerative, come la sclerosi multipla, la sclerosi laterale amiotrofica, il morbo di Parkinson. Anche lesioni locali, infiammazioni tipiche delle patologie autoimmuni e lombalgie croniche possono essere associate a contratture muscolari invalidanti.

Per ridurre il tono muscolare del paziente il medico può prescrivere farmaci miorilassanti ad azione centrale, che però risultano scarsamente selettivi e possono quindi determinare spiacevoli effetti collaterali, per esempio il blocco del controllo posturale, la confusione mentale e la sonnolenza.

Per trattare contratture locali evitando fastidiosi effetti sistemici si consiglia dunque l’applicazione di prodotti topici, come schiume a base di tiocolchicoside, molecola somministrata anche per via orale e iniettiva, eventualmente insieme a gel e cerotti contenenti antinfiammatori.

La mefenesina agisce sul midollo spinale, ma il meccanismo non è noto e il farmaco è scarsamente utilizzato. Per lo più viene somministrata per via endovenosa nella riduzione degli spasmi muscolari acuti a seguito di lesioni midollari.

Tizanidina e baclofene sono usati oralmente per trattare la spasticità che accompagna la sclerosi a placche o in altre patologie caratterizzate da lesioni spinali. Non sono efficaci nella terapia della spasticità cerebrale conseguenza di lesioni alla nascita e la loro assunzione può provocare torpore, mancanza di coordinazione motoria e nausea.

Alcune benzodiazepine, quali clonazepam e flunitrazepam, riducono la rigidità della muscolatura a dosi inferiori di quelle necessarie per ottenere un effetto sedativo. Trovano impiego anche nel caso di un incremento del tono muscolare nel soggetto ansioso, in cui spesso genera cefalea, e come coadiuvanti nell’anestesia generale.

Per gli interventi chirurgici maggiori vengono impiegati soprattutto miorilassanti che agiscono a livello del sistema nervoso periferico e sono derivati dei curari. Si tratta di estratti ottenuti dal legno e dalla corteccia di piante dell’Amazzonia, usati un tempo dalle popolazioni locali come veleno in cui intingere le punte delle frecce per la caccia, scarsamente assorbiti per via orale ma in grado di causare una paralisi progressiva della muscolatura scheletrica, fino alla morte per paralisi del diaframma, il più importante muscolo respiratorio.

Curari come atracurio, rocuronio, suxametonio, mivacurio, alcuronio, pancuronio sono utilizzati in chirurgia per ottenere un completo rilassamento muscolare del paziente. Ciò consente di ridurre la profondità dell’anestesia, ma durante l’operazione il paziente dovrà essere sottoposto a ventilazione artificiale.

La tossina botulinica costituisce la proteina più tossica conosciuta, viene prodotta dal batterio Clostridium botulinum ed è causa di tossinfezione alimentare. Se iniettata in un muscolo provoca una paralisi circoscritta, trovando applicazione nel trattamento degli spasmi muscolari localizzati.